Inya e Christopher, l’amore spezzato a metà viaggio
- Angela Nicoletti
- 10 mag
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di Angela Nicoletti
Il tre maggio, per Inya e la sua famiglia, doveva essere solo un viaggio di ritorno. Tornavano da Vicenza verso Cervaro, con il cuore colmo di speranza. Inya, 40 anni, padre amorevole e lavoratore instancabile, aveva appena firmato un contratto a tempo indeterminato come operatore socio-sanitario. Dopo anni di sacrifici, di lavoretti umili per mantenere la famiglia e di studio serale per specializzarsi, aveva finalmente visto aprirsi le porte di una nuova vita, stabile e dignitosa. A settembre, sarebbero tornati tutti nel nord Italia per ricominciare davvero.
Ma il destino ha interrotto tutto, violentemente, all’altezza di Anagni, lungo l’autostrada A1. Un incidente tremendo ha spezzato la vita di Inya e di suo figlio Christopher, otto anni, un bambino amato da tutti a Cervaro (Frosinone), pieno di entusiasmo, di sorrisi, di futuro.
A sopravvivere sono rimaste la moglie di Inya, oggi gravemente ferita e ricoverata a Roma, e la figlia più piccola, una bimba di cinque anni. La donna non sa ancora nulla. Chiede continuamente del marito e del figlio. Nessuno ha avuto il coraggio di dirle che non potrà più abbracciarli. Nessuno, per ora, riesce a trovare le parole.
Intanto, in assenza di parenti prossimi in Italia, la tragedia resta sospesa anche sul piano burocratico: manca il nullaosta per celebrare i funerali. Nessun ultimo saluto, nessun abbraccio collettivo, nessuna cerimonia per onorare due vite spezzate troppo presto. Il silenzio, il vuoto, l’attesa.
Ma c’è una comunità che non si volta dall’altra parte. A Cervaro, dove Inya e la sua famiglia erano conosciuti e benvoluti, è stata avviata una raccolta fondi per aiutare la giovane madre, rimasta improvvisamente vedova e senza il suo bambino. La solidarietà, almeno quella, prova a cucire qualche ferita, ad alleggerire un dolore che non si potrà mai colmare.
Questa è la storia di chi arriva da terre lontane con il sogno di costruirsi una vita dignitosa. Di chi ce la stava facendo. Di chi, nel giorno della Festa dei Lavoratori, ha perso tutto, proprio mentre stava finalmente raccogliendo i frutti della fatica.
Ora restano il silenzio, le lacrime, e una bambina che dovrà crescere senza il papà e il fratellino. Ma anche l’abbraccio di una comunità che non dimentica, e che chiede rispetto, giustizia e dignità per Inya e Christopher. Perché almeno l’ultimo viaggio possa avvenire con la tenerezza e l’amore che meritano.
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