Omicidio Mollicone, la famiglia dopo la sentenza della Cassazione: "E' il crepuscolo della loro onnipotenza
- Angela Nicoletti
- 27 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 28 mar
Antonio Mollicone, zio di Serena e fratello di Guglielmo, non ha mai perso una singola udienza dei tre processi

Dopo oltre vent’anni di attesa e battaglie giudiziarie, la famiglia di Serena Mollicone ha accolto con emozione la decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato la sentenza di assoluzione emessa in appello nei confronti di Franco Mottola, della moglie Anna Maria, del figlio Marco e degli altri imputati.
La vicenda giudiziaria, che sembrava chiudersi con l’assoluzione in secondo grado, si riapre con un nuovo processo d’appello. Coraggio i componenti del collegio della Suprena Corte presieduto dal giudice Monica Boni e con i giudici Raffaello Magi, Gaetano Di Giuro, Paola Masi e Domenico Fiordalisi. Procuratore Generale il giudice Titti Cocomello.
Una decisione accolta con sollievo e speranza dai familiari della giovane di Arce uccisa nel 2001. Tra le voci più forti, quella di Antonio Mollicone, fratello di Guglielmo, il padre di Serena che per anni ha lottato per ottenere giustizia: “È il crepuscolo della loro onnipotenza. San Paolo dice: ‘Questi ridono delle cose di cui dovrebbero vergognarsi’”.
Una frase che trasuda la lunga sofferenza della famiglia, che non ha mai smesso di cercare la verità sulla morte della ragazza. Anche Consuelo Mollicone, sorella di Serena, ha espresso le sue emozioni dopo la sentenza: “Il mio pensiero va a mia sorella, che non rivedrò più nella mia vita, così come mio padre. Noi confidiamo nella giustizia che attendiamo da 24 anni. Da oggi abbiamo speranza.”
Sulla stessa linea anche lo zio Antonio Mollicone, che ribadisce la fiducia nella giustizia: “Abbiamo sempre aspettato con fiducia e speranza. Non possiamo che essere sereni e speranzosi". Dopo oltre due decenni e una lunga battaglia condotta anche da Guglielmo Mollicone fino alla sua scomparsa, il caso di Serena si riapre.
La famiglia ora attende il nuovo processo con la speranza che, questa volta, possa finalmente arrivare la verità definitiva
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