A 70 anni su un’impalcatura: la caduta di un uomo, il fallimento di un Paese
- Angela Nicoletti
- 1 giorno fa
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Aggiornamento: 12 ore fa

di Angela Nicoletti
Non è solo cronaca. È uno schiaffo. Un grido silenzioso che racconta l’Italia di oggi meglio di qualsiasi statistica. Un uomo di 70 anni, residente in provincia di Roma, è precipitato da un’impalcatura alta quattro metri mentre lavorava in un cantiere edile a San Giovanni Incarico, nel Frusinate. Ora è ricoverato in ospedale in condizioni gravissime. E noi, spettatori di una tragedia che si ripete con volti sempre nuovi, ci chiediamo: com’è possibile che, nel 2025, un uomo della sua età sia ancora costretto a fare lavori così pesanti, pericolosi, senza adeguata tutela?
A settant’anni si dovrebbe avere il diritto di riposare, di godersi una pensione dignitosa, di passare il tempo con i propri affetti, non di arrampicarsi su un ponteggio per portare a casa qualche euro. Invece no. Invece c’è chi, per sopravvivere, rischia ancora la vita, giorno dopo giorno, nell’indifferenza generale.
È l’immagine di un’Italia impoverita, dove i pensionati sono diventati lavoratori invisibili: ultimi tra gli ultimi, dimenticati dalle istituzioni, ignorati dai contratti, sfruttati da un sistema che ha smesso di proteggere.
Ciò che è accaduto a San Giovanni Incarico non è solo un incidente sul lavoro. È il simbolo di un fallimento collettivo. È il risultato di un Paese che non garantisce dignità a chi ha lavorato per tutta la vita. E che, anzi, costringe i suoi anziani a rischiare la pelle perché la pensione non basta, perché le tutele non ci sono, perché il rispetto – quello umano – sembra ormai un lusso.
Finché permetteremo tutto questo, finché storie come questa continueranno ad accadere nel silenzio, non potremo dirci una nazione giusta. E nemmeno civile.
I numeri che non possiamo ignorare
Secondo i dati INAIL, nel 2024 sono state presentate 511.688 denunce di infortunio sul lavoro, in lieve calo rispetto alle 515.141 del 2023. Tuttavia, i decessi sono aumentati: 1.077 nel 2024, contro i 1.029 dell’anno precedente.
In particolare, i casi mortali avvenuti in occasione di lavoro sono saliti da 790 nel 2023 a 797 nel 2024, mentre quelli in itinere (nel tragitto casa-lavoro) sono aumentati da 239 a 280.
Le malattie professionali denunciate nel 2024 sono state 88.499, con un incremento del 21,6% rispetto alle 72.754 del 2023. Le patologie più frequenti riguardano il sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo.
Questi dati evidenziano una realtà preoccupante: nonostante gli sforzi per migliorare la sicurezza sul lavoro, il numero di decessi e malattie professionali è in aumento. È fondamentale che le istituzioni e le imprese intensifichino le misure di prevenzione e tutela per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti, indipendentemente dall’età.
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