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Seminudo, tra l’asfalto e l’indifferenza: la storia dell’uomo che vive ai margini

  • Immagine del redattore: Angela Nicoletti
    Angela Nicoletti
  • 13 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Si è gettato sulla strada, all’improvviso. Una sagoma fragile, seminuda, è apparsa tra le auto in corsa lungo la Casilina, all’altezza del semaforo di Villa Santa Lucia. È accaduto ieri, in pieno giorno. Un attimo di esitazione, un colpo di freno appena in tempo. Poteva essere una tragedia. Poteva essere la fine di una storia che già oggi parla solo di abbandono.


Quest’uomo, sulla quarantina, originario del Marocco, è da mesi una presenza silenziosa e inquietante nel territorio compreso tra Cassino e Villa Santa Lucia. Dorme tra i rovi, sotto il sole cocente, si trascina lungo la strada in condizioni igieniche drammatiche, rifiuta ogni forma di aiuto. Seminudo, completamente sporco, visibilmente disorientato, non comunica, ma si difende con l’aggressività di chi ha perso fiducia persino negli sguardi.


Il sindaco di Villa Santa Lucia, Orazio Capraro, non è rimasto a guardare. Già da tempo ha segnalato la vicenda alle istituzioni competenti: ha scritto alla Prefettura, ha coinvolto le forze dell’ordine, i servizi sociali, i carabinieri di Piedimonte San Germano. Ha fatto quanto è nelle possibilità di un piccolo Comune. Ma tutto si è infranto contro il muro dell’impossibilità: l’uomo non ha documenti, non ha identità accertata, non ha riferimenti familiari. E soprattutto, non vuole essere aiutato.


Nel frattempo, l’associazione Penelope Lazio, specializzata nella ricerca di persone scomparse, ha avviato da settimane un tentativo di risalire alla sua storia. Si cerca un parente, un nome, un contatto, un punto d’appoggio, in Italia o in Marocco. Ma al momento, il buio resta fitto.


Eppure la sua vita è appesa a un filo. Ogni giorno trascorso in strada, in quelle condizioni, è un rischio. Ogni notte senza riparo è un pericolo. E ora, con l’arrivo del caldo torrido, il suo stato peggiora di ora in ora. Ieri, come raccontato, si è verificato l’episodio più grave: l’uomo ha attraversato la carreggiata di colpo, rischiando di essere travolto e di provocare un incidente mortale. “Invito i cittadini alla massima prudenza – ha dichiarato Capraro – specialmente nei pressi del semaforo di Villa Santa Lucia. Ma soprattutto, rinnovo l’appello: non lasciamo quest’uomo così. Non aspettiamo la tragedia per accorgerci che esiste.”


Avevo già raccontato questa vicenda in due articoli pubblicati nelle scorse settimane, quando la sua presenza cominciava a diventare nota: un uomo senza volto, senza passato, ma con un corpo che chiede aiuto a modo suo. Inascoltato.


Questa storia non riguarda solo lui. Riguarda noi, il modo in cui guardiamo (o evitiamo di guardare) chi sta peggio. Riguarda un sistema che, tra cavilli giuridici e limiti istituzionali, finisce per rimanere impotente di fronte a una sofferenza concreta, visibile, quotidiana.

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    Angela Nicoletti

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